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Tu non sai come, intorno a te le cime 140
sono dell Alpi, in cui si arrossa il cielo:
chi canta, è il gallo sopra il tuo concime.
«La mi Mèrica! Quando entra quel gelo,
ch uno ritrova quella stufa roggia
per il gran coke, e si rià, poor fellow! 145
O va per via, battuto dalla pioggia.
Trova un farm. You want buy? Mostra il baschetto.
Un uomo compra tutto. Anche, l alloggia!»
Diceva alcuno; ed assentiano al detto
gli altri seduti entro la casa nera, 150
più nera sotto il bianco orlo del tetto.
132
Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Pascoli - Primi Poemetti
Uno guardò la piccola straniera,
prima non vista, muta, che tossì.
«You like this country...» Ella negò severa:
«Oh no! Bad Italy! Bad Italy!» 155
vii
italy allora s adirò davvero!
Piovve; e la pioggia cancellò dal tetto
quel po di bianco, e fece tutto nero.
Il cielo, parve che si fosse stretto,
e rovesciava acquate sopra acquate! 160
O ferraietto, corto e maledetto!
Ghita diceva: «Mamma, a che filate?
Nessuna fila in Mèrica. Son usi
d una volta, del tempo delle fate.
Oh yes! filare! Assai mi ci confusi 165
da bimba. Or c è la macchina che scocca
d un frullo solo centomila fusi.
Oh yes! Ben altro che la vostra rócca!
E fila unito. E duole poi la vita
e ci si sente prosciugar la bocca!» 170
La mamma allora con le magre dita
le sue gugliate traea giù più rare,
perché ciascuna fosse bella unita.
Vedea le fate, le vedea scoccare
fusi a migliaia, e s indugiava a lungo 175
nel suo cantuccio presso il focolare.
133
Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Pascoli - Primi Poemetti
Diceva: «Andate a letto, io vi raggiungo».
Vedea le mille fate nelle grotte
illuminate. A lei faceva il fungo
la lucernina nell oscura notte. 180
viii
Pioveva sempre. Forse uscian, la notte,
le stelle, un poco, ad ascoltar per tutto
gemer le doccie e ciangottar le grotte.
Un poco, appena. Dopo, era più brutto:
pioveva più forte dopo la quiete. 185
O ferraiuzzo, piccolino e putto!
Ghita diceva: «Madre, a che tessete?
Là può comprare, a pochi cents, chi vuole,
cambrí, percalli, lustri come sete.
E poi la vita dite che vi duole! 190
C è dei telari in Mèrica, in cui vanno
ogni minuto centomila spole.
E ce n ha mille ogni città, che fanno
ciascuno tanta tela in uno scatto,
quanta voi non ne fate in capo all anno». 195
Dicea la mamma: «Il braccio ch io ricatto
bel bello, vuole diventar rotello.
O figlia, più non è da fare, il fatto».
E tendeva col subbio e col subbiello
altre fila. La bimba, lì, da un canto, 200
mettea nello spoletto altro cannello.
134
Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Pascoli - Primi Poemetti
Stava lì buona come ad un incanto,
in quel celliere della vòlta bassa,
Molly, e tossiva un poco, ma soltanto
tra il rumore dei licci e della cassa. 205
ix
Tra il rumore dei licci e della cassa
tossiva, che la nonna non sentisse.
La nonna spesso le dicea: «Ti passa?»
«Yes», rispondeva. Un giorno poi le disse:
«Non venir qui!» Ma ella ci veniva, 210
e stava lì con le pupille fisse.
Godeva di guardare la giuliva
danza dei licci, e di tenere in mano
la navicella lucida d oliva.
Stava lì buona a piedi d un soppiano; 215
girava l aspo, riempìa cannelli,
e poi tossiva dentro sé pian piano.
Un giorno che veniva acqua a ruscelli,
fissò la nonna e chiese: «Die?» La nonna
le carezzava i morbidi capelli. 220
La bimba allora piano per la gonna
le salì, le si stese sui ginocchi:
«Die?» «E che t ho a dir io povera donna?»
La bimba allora chiuse un poco gli occhi:
«Die! Die!» La nonna sussurrò: «Dormire?» 225
«No! No!» La bimba chiuse anche più gli occhi,
135
Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Pascoli - Primi Poemetti
s abbandonò per più che non dormire,
piegò le mani sopra il petto: «Die!
Die! Die!» La nonna balbettò: «Morire!»
«Oh yes! Molly morire in Italy!» 230
canto secondo
italy allora n ebbe tanta pena.
Povera Molly! E venne un vento buono
che spazzò l aria che tornò serena.
i
Vieni, poor Molly! Vieni! Dove sono
le nubi? In cielo non c è più che poca 235
nebbia, una pace, un senso di perdono,
di quando il limbo perdonato ha roca
ancor la voce; all angolo degli occhi
c era una stilla, e cade, mentre gioca.
Vieni, poor Molly! Porta i tuoi balocchi. 240
Dove sono le nubi nere nere?
qualche lagrima sgocciola dai fiocchi
delle avellane, e brilla nel cadere.
ii
Porta the doll, la bambola, che viene,
povera Doll, anch essa dal paese 245
lontano, ed essa ti capisce bene.
136
Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Pascoli - Primi Poemetti
E quando tu le parli per inglese,
presso le guance pallide ti pone
le sue color di rosa d ogni mese.
Dal suo lettino lucido, d ottone, 250
levala su, che l uggia non la vinca.
Non dorme, vedi. Vedi, dal cantone
sgrana que suoi due fiori di pervinca.
iii
O Moll e Doll, venite! Ora comincia
il tempo bello. Udite un campanello 255
che in mezzo al cielo dondola? È la cincia.
O Moll e Doll, comincia il tempo bello.
Udite lo squillar d una fanfara
che corre il cielo rapida? È il fringuello.
Fringuello e cincia ognuno già prepara 260
per il suo nido il mustio e il ragnatelo;
e d ora in ora primavera a gara
cantano, uno sul pero, uno sul melo.
iv
Altre due voci ora dal monte al piano
s incontrano: uno scampanare a festa 265,
con un altro più piano e più lontano.
L una tripudia, e i mille echi ridesta
del monte, bianco ancora un po di neve.
Di tanto in tanto ecco la voce mesta;
137
Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Pascoli - Primi Poemetti
ecco un rintocco, appena appena un breve 270
colpo, che pare così lungo al cuore!
No, non vorrebbe, o gente, no; ma deve.
C è là chi sposa, ma c è qua chi muore.
v
Buoni villaggi che vivete intorno
al verde fiume, e di comune intesa 275
vi dite tutto ciò che fate il giorno!
Si levano. Ora vanno tutti in chiesa,
ora son tutti a desinare, ed ora
c è in ogni casa la lucerna accesa.
Poi quando immersi ad aspettar l aurora 280
sembrano tutti, ecco più su più giù, [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]
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Tu non sai come, intorno a te le cime 140
sono dell Alpi, in cui si arrossa il cielo:
chi canta, è il gallo sopra il tuo concime.
«La mi Mèrica! Quando entra quel gelo,
ch uno ritrova quella stufa roggia
per il gran coke, e si rià, poor fellow! 145
O va per via, battuto dalla pioggia.
Trova un farm. You want buy? Mostra il baschetto.
Un uomo compra tutto. Anche, l alloggia!»
Diceva alcuno; ed assentiano al detto
gli altri seduti entro la casa nera, 150
più nera sotto il bianco orlo del tetto.
132
Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Pascoli - Primi Poemetti
Uno guardò la piccola straniera,
prima non vista, muta, che tossì.
«You like this country...» Ella negò severa:
«Oh no! Bad Italy! Bad Italy!» 155
vii
italy allora s adirò davvero!
Piovve; e la pioggia cancellò dal tetto
quel po di bianco, e fece tutto nero.
Il cielo, parve che si fosse stretto,
e rovesciava acquate sopra acquate! 160
O ferraietto, corto e maledetto!
Ghita diceva: «Mamma, a che filate?
Nessuna fila in Mèrica. Son usi
d una volta, del tempo delle fate.
Oh yes! filare! Assai mi ci confusi 165
da bimba. Or c è la macchina che scocca
d un frullo solo centomila fusi.
Oh yes! Ben altro che la vostra rócca!
E fila unito. E duole poi la vita
e ci si sente prosciugar la bocca!» 170
La mamma allora con le magre dita
le sue gugliate traea giù più rare,
perché ciascuna fosse bella unita.
Vedea le fate, le vedea scoccare
fusi a migliaia, e s indugiava a lungo 175
nel suo cantuccio presso il focolare.
133
Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Pascoli - Primi Poemetti
Diceva: «Andate a letto, io vi raggiungo».
Vedea le mille fate nelle grotte
illuminate. A lei faceva il fungo
la lucernina nell oscura notte. 180
viii
Pioveva sempre. Forse uscian, la notte,
le stelle, un poco, ad ascoltar per tutto
gemer le doccie e ciangottar le grotte.
Un poco, appena. Dopo, era più brutto:
pioveva più forte dopo la quiete. 185
O ferraiuzzo, piccolino e putto!
Ghita diceva: «Madre, a che tessete?
Là può comprare, a pochi cents, chi vuole,
cambrí, percalli, lustri come sete.
E poi la vita dite che vi duole! 190
C è dei telari in Mèrica, in cui vanno
ogni minuto centomila spole.
E ce n ha mille ogni città, che fanno
ciascuno tanta tela in uno scatto,
quanta voi non ne fate in capo all anno». 195
Dicea la mamma: «Il braccio ch io ricatto
bel bello, vuole diventar rotello.
O figlia, più non è da fare, il fatto».
E tendeva col subbio e col subbiello
altre fila. La bimba, lì, da un canto, 200
mettea nello spoletto altro cannello.
134
Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Pascoli - Primi Poemetti
Stava lì buona come ad un incanto,
in quel celliere della vòlta bassa,
Molly, e tossiva un poco, ma soltanto
tra il rumore dei licci e della cassa. 205
ix
Tra il rumore dei licci e della cassa
tossiva, che la nonna non sentisse.
La nonna spesso le dicea: «Ti passa?»
«Yes», rispondeva. Un giorno poi le disse:
«Non venir qui!» Ma ella ci veniva, 210
e stava lì con le pupille fisse.
Godeva di guardare la giuliva
danza dei licci, e di tenere in mano
la navicella lucida d oliva.
Stava lì buona a piedi d un soppiano; 215
girava l aspo, riempìa cannelli,
e poi tossiva dentro sé pian piano.
Un giorno che veniva acqua a ruscelli,
fissò la nonna e chiese: «Die?» La nonna
le carezzava i morbidi capelli. 220
La bimba allora piano per la gonna
le salì, le si stese sui ginocchi:
«Die?» «E che t ho a dir io povera donna?»
La bimba allora chiuse un poco gli occhi:
«Die! Die!» La nonna sussurrò: «Dormire?» 225
«No! No!» La bimba chiuse anche più gli occhi,
135
Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Pascoli - Primi Poemetti
s abbandonò per più che non dormire,
piegò le mani sopra il petto: «Die!
Die! Die!» La nonna balbettò: «Morire!»
«Oh yes! Molly morire in Italy!» 230
canto secondo
italy allora n ebbe tanta pena.
Povera Molly! E venne un vento buono
che spazzò l aria che tornò serena.
i
Vieni, poor Molly! Vieni! Dove sono
le nubi? In cielo non c è più che poca 235
nebbia, una pace, un senso di perdono,
di quando il limbo perdonato ha roca
ancor la voce; all angolo degli occhi
c era una stilla, e cade, mentre gioca.
Vieni, poor Molly! Porta i tuoi balocchi. 240
Dove sono le nubi nere nere?
qualche lagrima sgocciola dai fiocchi
delle avellane, e brilla nel cadere.
ii
Porta the doll, la bambola, che viene,
povera Doll, anch essa dal paese 245
lontano, ed essa ti capisce bene.
136
Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Pascoli - Primi Poemetti
E quando tu le parli per inglese,
presso le guance pallide ti pone
le sue color di rosa d ogni mese.
Dal suo lettino lucido, d ottone, 250
levala su, che l uggia non la vinca.
Non dorme, vedi. Vedi, dal cantone
sgrana que suoi due fiori di pervinca.
iii
O Moll e Doll, venite! Ora comincia
il tempo bello. Udite un campanello 255
che in mezzo al cielo dondola? È la cincia.
O Moll e Doll, comincia il tempo bello.
Udite lo squillar d una fanfara
che corre il cielo rapida? È il fringuello.
Fringuello e cincia ognuno già prepara 260
per il suo nido il mustio e il ragnatelo;
e d ora in ora primavera a gara
cantano, uno sul pero, uno sul melo.
iv
Altre due voci ora dal monte al piano
s incontrano: uno scampanare a festa 265,
con un altro più piano e più lontano.
L una tripudia, e i mille echi ridesta
del monte, bianco ancora un po di neve.
Di tanto in tanto ecco la voce mesta;
137
Letteratura italiana Einaudi
Giovanni Pascoli - Primi Poemetti
ecco un rintocco, appena appena un breve 270
colpo, che pare così lungo al cuore!
No, non vorrebbe, o gente, no; ma deve.
C è là chi sposa, ma c è qua chi muore.
v
Buoni villaggi che vivete intorno
al verde fiume, e di comune intesa 275
vi dite tutto ciò che fate il giorno!
Si levano. Ora vanno tutti in chiesa,
ora son tutti a desinare, ed ora
c è in ogni casa la lucerna accesa.
Poi quando immersi ad aspettar l aurora 280
sembrano tutti, ecco più su più giù, [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]