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Non avevo preventivato di innamorarmi di te, e dubito che tu abbia pianificato di
innamorarti di me. Ma una volta che ci siamo incontrati, era chiaro che nessuno dei
due poteva controllare che cosa ci stava accadendo. Ci siamo trovati innamorati persi,
nonostante le differenze e, una volta che eravamo cotti l'uno dell'altra, abbiamo creato
dal nulla qualcosa di raro e bellissimo. Per me, l'amore è un'alchimia che accade
soltanto una volta, e ogni momento che abbiamo passato insieme si è come
trasfigurato nella memoria. Non dimenticherò mai neanche un istante dei nostri
incontri.»
«Che stai cercando di dirmi?»
«Che qualche volta il nostro futuro è dettato da ciò che siamo, in contrasto con
ciò che vogliamo.»
«Non possiamo sempre ascoltare le nostre paure», affermai. «Non posso
scegliere ciò che provo, ma posso scegliere che cosa fare al riguardo.»
«Sei un enigma, lo sai?»
«Non lo siamo tutti?»
* * *
Alla fine raggiungemmo il faro. L'Ammiraglio si era svegliato e aveva un'aria
molto triste.
Paola preparò un delizioso tè, con pasticcini e biscotti allo zenzero. Cercammo
di farlo sorridere con qualche battuta.
«Sto bene», disse. «Mi rendo conto che i ricordi a volte sono incantevoli, ma
anche fonte di dolore. Non sarei così triste adesso, se non fossi stato così felice con
Elvira. Non la dimenticherò mai, proprio perché penso sempre a lei.»
Si alzò dalla tavola e andò alla sua amata finestra. Rimanemmo in silenzio. Non
sapevamo che dire.
L'Ammiraglio sorrise. «Che nebbia fitta oggi!»
Ero d'accordo.
«A volte penso alla vita come a un orizzonte con la nebbia. Sappiamo che il
nostro destino è là. Eppure non lo vediamo distintamente a causa della foschia. Se
soltanto non fossimo così timorosi di attraversare la nebbia!...» esclamò.
«Bene, Ammiraglio, suppongo che sia umano avere paura quando non vediamo
dove ci porta il nostro viaggio.»
«Hai ragione. E poi, la nebbia copre l'orizzonte, ma solo a tratti. Certi giorni non
lo fa, e allora sembra tanto semplice arrivare fino alla linea che divide il cielo dalla
terra.»
«Suppongo che qualche volta crediamo che i nostri problemi siano al di fuori del
nostro controllo.»
«E non soltanto i nostri problemi, Martin, ma anche la soluzione a essi.»
Muri di cristallo
Il faro brillava di luce splendente come non mai.
I nostri sforzi di ristrutturare i locali interni cominciavano a essere visibili. La
parete a occidente risultava ora pressoché finita. Era bastata una mano di vernice per
dare una veste magnifica alle stanze, e una semplice ripulitura della roccia che
sosteneva l'intera struttura. Le crepe stuccate di fresco conferivano all'edificio un'aria
vissuta. Sembrava migliore di quanto non fosse mai stato.
Stavamo lavorando fuori dal faro.
«Che meravigliosa vista abbiamo qui», esclamò l'Ammiraglio. «Non credi che a
volte, mentre ti fai prendere dalle bellezze della natura, uno possa apprezzare anche
una conversazione con qualcuno, Martin?»
«Naturalmente.»
Mi stavo dedicando a delle fessure che avevano ancora bisogno di essere
riparate. L'Ammiraglio si accese la pipa in legno, e fissò l'oceano. Paola si sedette al
mio fianco, in silenzio.
«Chi pensi possieda la verità, Martin?» chiese all'improvviso l'Ammiraglio.
«Non saprei proprio», risposi. «Suppongo che la verità è sempre negli occhi di
chi guarda.»
«Eppure», proseguì ]'Ammiraglio, «se tu percorri più miglia di quanto dovresti,
se cerchi più di quanto ci si aspetti da te, allora ti renderai conto che la verità,
indipendentemente da chi guarda, si erge forte, solida come una roccia, e attende chi
va un po' più in là per vedere con il cuore e non con gli occhi.»
«Allora più si impara dalla vita, più vicini si è alla verità?» chiesi.
«Spezza le catene del mondo, Martin, e troverai la verità. Danza sulla musica
che senti. Metti alla prova te stesso per aprire il tuo spirito e il tuo cuore alle
meraviglie che hai davanti. Attingi alla verità, una sorsata per volta, e rendi la tua vita
un capolavoro. Ciò farà la differenza. L'ha fatta, per me.»
Entrammo e l'Ammiraglio cercò subito il sofà per fissare, comodamente seduto,
la parete del faro dove erano appesi parecchi dipinti di battaglie navali, come
fantasmi dei passato.
«Ammiraglio, credo fermamente in quello che lei sta dicendo, e so che molti
altri sarebbero desiderosi di ascoltarla. Come ha detto Paola, perché non parla con
loro?»
«Perché tutti noi abbiamo una missione da compiere. Dobbiamo soltanto essere
veramente attenti a scegliere ciò che vogliamo fare delle nostre vite. So che devo
mantenermi calmo, attraversare i muri di cristallo, e tenermi questi pensieri per me
finché non avrò compreso.»
«Mi scusi se insisto», dissi, «non pensa che sia venuto il momento di dire la sua
verità, i principi in cui crede?»
Mi prese delicatamente per il braccio, come un padre.
«E che cosa pensi che stia facendo adesso? Sto parlandoti di questi principi. Ma
tu hai una missione differente dalla mia.»
«Che intende?» chiesi.
«Mi auguro che scriverai tutti gli spunti di riflessione che ti ho dato. Trasmetti
ciò che hai avuto modo di apprendere attraverso la mia vita, proprio come Paola mi
ha aiutato a ricostruire il faro.»
Paola mi fissò e con un sorriso esclamò in tono solenne: «Ora tu hai una
missione, Martin!»
«Ma, Ammiraglio», obiettai cercando il conforto del vecchio lupo di mare, «io
sono solo agli inizi. Lei è l'unico che ha imparato dall'esperienza. Io ho ancora molto
da apprendere.»
«Non abbiamo tutti questo compito? Sono nato in un'altra epoca rispetto alla
vostra e quando avevo la vostra età, le regole governavano il nostro agire. La
religione, i genitori e gli insegnanti avevano sempre ragione, e nessuno poteva
metterli minimamente in discussione. Alcuni lo hanno fatto e di loro non si è saputo
più nulla. Muri di cristallo ovunque! Pensavano che stessi risalendo il fiume
controcorrente, e non si rendevano conto che io stavo cercando di raggiungere la [ Pobierz całość w formacie PDF ]
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